Registratore a filo

Nel mondo di oggi, Registratore a filo è diventato un argomento di grande rilevanza e interesse per un'ampia varietà di persone. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua importanza nel campo professionale o per la sua rilevanza storica, Registratore a filo ha catturato l'attenzione di persone di ogni età e provenienza. Questo articolo cerca di esplorare a fondo il significato e le implicazioni di Registratore a filo, offrendo sia una panoramica che un'analisi dettagliata dei suoi diversi aspetti. Nelle prossime righe ci addentreremo nell'affascinante mondo di Registratore a filo, con l'obiettivo di fornire una prospettiva completa e arricchente su questo argomento di indubbia importanza nel panorama attuale.

Un registratore a filo del 1938

Il registratore a filo (detto anche filofono o telegrafono) è un dispositivo in grado di registrare suoni su un filo d'acciaio.

Storia

Venne inventato nel 1898 dall'ingegnere danese Valdemar Poulsen, che chiamò la sua invenzione telegrafono; tali apparecchi furono utilizzati fino agli anni quaranta del XX secolo, prevalentemente negli Stati Uniti e in Germania per registrare conferenze ed eventi teatrali. In Italia alcuni modelli furono costruiti dalla società Geloso. Vennero sostituiti a partire dalla seconda metà degli anni 1950 dal registratore a nastro.

Funzionamento

Il filo si muove a una velocità di circa 24 pollici per secondo (610 mm/s) ed è piuttosto delicato, essendo molto sottile. L'apparecchio è dotato di due bobine contenenti il filo che scorre venendo magnetizzato da una speciale testina, e può avere anche la possibilità di collegarvi un piccolo microfono per poter incidere suoni dall'ambiente. Alcuni modelli permettono di alloggiare un disco sopra una bobina e registrarne il suono sul filo.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni