Pietro Alberici (medico)

Nel mondo di oggi, Pietro Alberici (medico) è un argomento che ha catturato l'attenzione di persone di ogni età e provenienza. Che sia per la sua rilevanza nella società, per il suo impatto sulla cultura popolare o per la sua importanza in campo scientifico, Pietro Alberici (medico) è diventato un argomento di conversazione costante. Con l’avanzamento della tecnologia e della globalizzazione, Pietro Alberici (medico) ha acquisito una rilevanza senza precedenti, generando accesi dibattiti e suscitando l’interesse di milioni di persone in tutto il mondo. In questo articolo esploreremo diversi aspetti di Pietro Alberici (medico) e la sua influenza su vari aspetti della vita quotidiana.

Cronologia dei docenti della cattedra di Anatomia dell'università di Bologna

Pietro Alberici, o Pietro d'Alberico (... – ...; fl. XII secolo), è stato un anatomista italiano, uno dei primi studiosi dell'anatomia e medicina moderna.

Ovidio Montalbani nel 1664 lo annovera come fratello del famoso Ugo Alberici da Porta Ravegnana, dottore d'arti liberali e giureconsulto della scuola dei glossatori, e li definisce entrambi fondatori o restauratori dello studium di Filosofia e Medicina di Bologna; Michele Medici secondo le sue ricerche, anche se con molti dubbi storiografici, seppur riconoscendone la fama, scrisse invece che gli studi medici e anatomici sarebbero stati avviati a Bologna già prima del XII secolo.

Alessandro Macchiavelli lo attribuisce al 1131, mentre Giovanni Pasquale Alidosi lo menziona nel Catalogo de' dottori bolognesi, per l'anno 1164:

(LA)

«Petrus Alberici et medicus ac qui primus docuisse fertur humanum cerebrum cellulis ita constare ut quae mentem perpetuo agunt imaginationes ita intus illas collocari ut per somnum deinde recentior veteriorem propellendo noviter tamquam sub oculis ponat et proferat»

(IT)

«Pietro Alberici, medico che si dice sia stato il primo ad insegnare che le cellule cerebrali umane sono così evidenti che le immaginazioni che agiscono sulla mente sono sempre poste in essa affinché attraverso il sonno, le nuove, spingendo le più vecchie, siano collocate e scorrano sotto gli occhi»

Note